Quanto si guadagna con Youtube?
Se vostra nonna vi diceva di trovare un lavoro serio e di lasciar perdere la vita da star, forse aveva ragione. Una ricerca ha infatti mostrato che si può avere un canale YouTube con milioni di visualizzazioni e continuare a lavorare come camerieri .
I guadagni difficilmente raggiungono le grandi cifre di cui sul web si mormora. Sono solo pochi, pochissimi quelli che invece riescono a monetizzare la loro presenza sul social dei video di Google, praticamente il monopolista di questo tipo di attività. Si tratta infatti di una percentuale minima, paragonabile ai vincitori della lotteria.
E il divario rispetto alla base aumenta di anno in anno: se nel 2006 i top Youtuber otteneva una percentuale di visualizzazione ottima, dieci anni dopo la percentuale di visualizzazione è triplicata. Questo senza considerare l’85% dei restanti Youtuber che rappresentano la base della piramide dei creators, hanno una media di 500 visualizzazioni mensili
Ma quanti sono quelli che ci guadagnano qualcosa da questo tipo di attività?
Secondo la ricerca, condotta dal prof. Mathias Bärtl, dell’università di Offenburg, la parte più alta della piramide degli youtuber guadagna in media pochi dollari al di sopra della soglia di povertà. E questo, nonostante le visualizzazioni mensili siano al di sopra del milione.
Se uno youtuber decide di fare la comparsa in una serie televisiva, in un programma, o comunque sui media tradizionali riesce a fare “salto di qualità”, riuscendo a guadagnare bene. Invece se ha una fan base di 500k di followers su un qualsiasi social, può continuare a lavorare come cameriere.
Ma da dove arrivano i guadagni?
I guadagni derivano in parte dalla pubblicità di Google, che in questo periodo ha annunciato di voler fare di più per aumentare gli introiti dei video su Youtube. E poi arrivano dai classici meccanismi degli influencer online: sponsorizzazioni, contratti pubblicitari, forme di marketing diretto e indiretto. In quest’ultimo settore la maggiore disponibilità di guadagni da investire da parte di un Youtuber permette di lavorare con agenzie di talent, che si occupano di lavorare sia alle produzioni video che alla ricerca di sponsor e ingaggi.
In tutto questo meccanismo complesso non c’è soltanto il calcolo della presenza, il numero di video postati, di iscritti al canale, etc. ma incide tanto anche la categoria scelta, in quanto incide sulle possibilità di successo. Secondo la ricerca del prof. Bärtl hanno più probabilità di successo i video a contenuto politico/informativo, seguiti da vlog, videogiochi (anche se questo tipo di contenuto sta migrando verso twitch, ndr), musica e infine i video a contenuto comico/umoristico.
Mentre attorno al mondo Youtube cresce una serie di corsi/servizi, scuole di formazione, etc. l’esplosione e la popolarità di questo “lavoro” cresce costantemente facendo si che tra i giovanissimi, uno su tre dice di voler intraprendere questa strada; se pur pochi sono consapevoli dei meccanismi e dei regolamenti che Google pone sulla monetizzazione. Infatti per iniziare il rapporto di Partner di Youtube occorrono queste due condizioni: la prima è 1000 iscritti al canale mentre è che le visualizzazioni complessive del canale negli ultimi dodici mesi devono ammontare ad almeno 4mila ore di video.