Napoli: un flash mob per la sicurezza dei giovani
Nella serata di venerdì 20 maggio, si è svolto a Napoli, presso Piazza Amendola (davanti al Liceo Umberto), un flash mob che grida “Salvate i nostri figli dalla violenza”
Nelle ultime settimane, la cronaca partenopea ha raccontato diverse vicende di violenza tra giovani nei loro luoghi di aggregazione.
Piazza Amendola non è stata scelta a caso, è uno dei luoghi simbolo dell’aggregazione giovanile ed è situata a pochi passi dai baretti di Chiaia.
Il gruppo di genitori capitanato da Federica Mariottino, Barbara Tafuri e Roberta Foglia Manzillo ha lanciato l’iniziativa ed è stato sostenuto da associazioni e personaggi dello sport, della cultura e dello spettacolo (che hanno lanciato l’appello sui canali social (https://facebook.com/events/s/salvate-i-nostri-figli-dalla-v/364267459070616/ ndr ).
L’intento dell’iniziatava è chiedere, sia alle istituzioni locali preposte quanto ai vertici delle forze dell’ordine che siano messe in campo tutte le azioni possibili per arginare il fenomeno delle “baby gang” che si accaniscono contro i così definiti (spesso anche dagli aggressori stessi) “bravi ragazzi” riuniti pacificamente per passare ore di svago e divertimento.
Meno di una settimana fa, la vicenda che ha coinvolto dei ragazzi che sono stati accoltellati nei pressi di Marechiaro e più precisamente sui famosissimi scogli dove ormai già da un paio di settimane le persone hanno cominciato a trascorrere i propri giorni di relax, data anche la forte ondata di caldo che ha travolto la città.
“Ci prenderemo per mano – hanno spiegato – e formando un lungo girotondo presenteremo le nostre richieste che sono tre P: Progetti, Prevenzione e Partecipazione perché siamo convinte che solo mettendo in rete famiglia scuola e istituzioni possiamo spezzare la catena di violenza che sta attanagliando i nostri ragazzi”
“La cronaca di questi giorni – proseguono – è agghiacciante. Da ciò che è successo a Marechiaro, all’accoltellamento in classe di un adolescente a Melito, tutto merita domande e risposte.
Occorre più sorveglianza nei luoghi di ritrovo, aumentare l’illuminazione nelle strade troppo buie che diventano facilmente teatro di vili aggressioni: non chiediamo la militarizzazione del territorio ma la sicurezza, che evidentemente non può essere garantita neanche dalle telecamere, occorre quindi innestare un sistema di prevenzione dei reati.
Ai ragazzi, anche e soprattutto a quelli che escono di casa armati di tirapugni, pronti a sferrare botte per uno sguardo di troppo, per un motorino da spostare, per la scusa più banale, servono progetti in cui credere per costruire il futuro.
Siamo fermamente convinti che ciò ha bisogno della partecipazione di tutti i soggetti attori della loro crescita: la famiglia, la scuola e le istituzioni. Nessuno può tirarsi indietro a questo dovere.”
Il flash mob è nato per salvare i nostri ragazzi chiedendo “Salvate i nostri ragazzi”, un gioco di parole non scontato.
La manifestazione ha raccolto decine di famiglie che sono state qui a presenziare ed a gridare a gran voce contro i comportamenti subiti da dei semplici ragazzi, la quale unica colpa è stata quella di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, e che potrebbero essere figli di chiunque anche i nostri .
In conclusione, questa ci è parsa quindi la strada per far sentire la nostra voce, affinché la questione diventi la priorità sui tavoli istituzionali, e non venga ignorata come fatto fin ora.
Al flash mob presenti in piazza nella serata di venerdì anche personaggi del mondo dello spettacolo partenopeo e nazionale.